Trofeo Amatori Terziani, Sebenico, Noberasco e Fiorucci campioni
In una splendida giornata di sole è andata in archivio, all’Autodromo del
Mugello, la decima edizione del Trofeo Italiano Amatori, l’indovinata
formula di moto velocità per i non-professionisti ideata e gestita da
Daniele Alessandrini.
I nuovi campioni sono il diciassettenne milanese Alessio Terziani (Yamaha)
nella 600 Base, il trentatreenne veneto Elia Sebenico (BMW) nella 1000 Base,
il quarantunenne savonese Benedetto Noberasco (Ducati) nella classe 600
Avanzata e il quarantaseienne marchigiano Fabrizio Fiorucci (Ducati) nella
1000 Avanzata.
Le gare, come sempre molto combattute e spettacolari, alcune decise proprio
sotto la bandiera a scacchi, sono state vinte dagli stessi Terziani,
Sebenico e Noberasco e dal quarantenne milanese Fabrizio Orlando (BMW), che
si è imposto nella 1000 Avanzata.
Alessio Terziani (Yamaha) indossa i panni del “rullo compressione” e,
dominando la gara della 600 Base, fa suo il titolo della categoria
d’ingresso, confermando l’andamento che aveva preso la stagione dopo il
doppio round del Mugello e annullando le ambizioni di Alessio Gallucci
((Yamaha) che lo inseguiva con appena venti punti di distacco.
Diciassette anni, milanese, studente del liceo scientifico e fiero della sua
doppia nazionalità italo – turca che tiene in bella evidenza, sfoggiando la
bandierina dello stato euro-asiatico sia sulla carena sia sulla tuta e che
lo ha portato a trascorrere la pausa estiva a casa della nonna materna, ad
Istanbul, Terziani proviene da due anni di esperienza nella Yamaha R 125
Cup; così il Team AG Motorsport Italia, che ha lanciato il progetto di
crescita dei suoi giovani, iscrivendoli al Trofeo Italiano Amatori 600 base,
lo ha premiato, iscrivendolo come wild card all’ultimo round del CIV 2014,
in calendario il 18 e 19 ottobre ancora al Mugello.
Partito dalla pole position e poi trovatosi nel primo giro alle spalle della
“lepre” Pietro Lausdei (Honda), il neo-campione ha immediatamente forzato il
ritmo, alle Biondetti è già passato a condurre ed ha subito tentato la
fuga. Al terzo passaggio ha siglato il giro più veloce, in 2’00”7,
migliorando anche la propria pole e portando il suo vantaggio sugli
inseguitori Gallucci e Lausdei ad oltre 2 secondi; come ha dichiarato dopo
l’arrivo, da metà gara in avanti ha optato per un passo più regolare,
badando soprattutto a non correre rischi inutili.
Così Terziani, che è montato per la prima volta su una minimoto all’età di
cinque anni, grazie alla passione del papà endurista, ha costruito il suo
meritato trionfo. Il diciottenne marchigiano Lausdei e il ventottenne
abruzzese Gallucci, giunti nell’ordine, hanno accusato un distacco di oltre
8 secondi ma hanno a loro volta offerto una spettacolo esaltante,
scambiandosi continuamente le posizioni in un duello apparso velocissimo e
parimenti corretto.
Nella classifica finale della 600 Base Terziani, con 1.080 punti, precede
Gallucci (970) e Lausdei (810), ai quali resta la non trascurabile
soddisfazione di essersi trovati almeno una volta, nel corso del campionato,
in testa alla “generale”.
Un compito svolto senza la più piccola sbavatura: così Elia Sebenico (BMW),
33 anni, veneto di San Stino di Livenza (VE), venditore di apparecchiature
elettromedicali, esordiente nelle competizioni di motovelocità, ha
conquistato il titolo della 1000 Base vincendo anche la gara con una
perentoria zampata finale.
Ce l’ha messa tutta il suo rivale Gabriele Polidori (Honda), toscano, 24
anni, anch’egli debuttante, disputando una prova tutta d’attacco in cui è
riuscito anche a sopravanzare, nelle battute finali, per mezzo giro, il
rivale ma Sebenico ha potuto mettere sul piatto la sua migliore posizione di
classifica alla vigilia del round decisivo.
I due sono stati assoluti protagonisti fin dal via: il veneto non è scattato
benissimo dalla pole position ma nel corso della prima tornata si è già
impossessato della posizione di leader ed ha subito inflitto un distacco di
1”4 all’avversario diretto. Polidori, molto reattivo al verde, ha
inizialmente accusato il rush di Sebenico poi ha ben organizzato la rimonta
riagganciando il battistrada proprio negli ultimi due, decisivi giri.
Come detto il giovane toscano è passato anche a condurre, ha imboccato in
testa l’ultimo rettilineo ma Sebenico, in rimonta, lo ha preceduto di 117
millesimi.
Terzo gradino del podio per l’ottimo comasco Marco Saibene (BMW), in grande
spolvero già ad Imola, che, nonostante i dolorosi postumi di una caduta
nelle prove libere e qualche problema al cambio, è riuscito a precedere il
gruppone, regolato da Maghini (KTM) davanti a Pensalfini (Suzuki).
Nella classifica finale Sebenico è campione con 990 punti contro gli 810 di
Polidori, penalizzato dallo zero riportato – senza colpe – nel secondo round
del Mugello, ed i 610 di Saibene che si era posto come obiettivo, ad inizio
stagione, un posto nei primi otto.
L’imprenditore ligure Benedetto Noberasco si conferma per il secondo anno al
vertice della 600 Avanzata, grazie a una gara tutta all’attacco, in cui non
ha mai fatto calcoli ma ha puntato solo alla vittoria, anche se dopo
l’uscita di scena di un rivale temibile come Mirko Temporin (Yamaha),
avrebbe potuto limitarsi a controllare, senza prendere rischi inutili.
“La voglia di vincere era troppo forte e se vado al massimo mantengo alta la
concentrazione e non sbaglio” ha dichiarato il neo-campione al momento sui
salire sul podio.
Allo start è il poleman Temporin a scattare in testa, trascinandosi in scia
la wild card Antonio Pio Gravina (Honda) e Noberasco, ma prima della
conclusione del primo passaggio Gravina passa a condurre con gli altri due
sempre incollati.
Il terzetto fa subito il vuoto tanto che al secondo giro, condotto da
Temporin, vanta già oltre quattro secondi sugli inseguitori capitanati da
Francesco Varanese (Honda) e comprendente anche Niccolò Polles (Yamaha) e il
leader della classifica Nicola Quinto (Honda); la situazione trasmette la
netta l’impressione che il pilota milanese non sia in grado di contrastare
gli avversari nella rincorsa al titolo.
Il trio di testa continua a macinare terreno, mentre fra gli inseguitori,
con Varanese che perde posizioni, va ad inserirsi la coppia-Yamaha formata
da Cristian Casarotti e Giovanni Riu, quest’ultimo ancora in lotta per il
terzo posto nella generale.
La svolta decisiva della gara arriva dopo il quarto passaggio, quando
Temporin scivola al “Correntaio” lasciando via libera a Noberasco e Gravina
che continuano a incrementare il vantaggio sugli inseguitori.
A metà gara Noberasco passa a condurre ma non riesce a prendere margine su
Gravina che in più occasioni tenta di tornare a condurre le danze, intanto
Casarotti va a guidare il gruppo degli inseguitori ma a due giri dalla
conclusione, subito dopo essere stato superato da Riu, cade ed esce di
scena.
La coppia di testa non lesina spettacolo con Gravina che tenta fino alla
fine di tornare in testa, ma Noberasco chiude tutte le porte e transita per
primo sotto la bandiera a scacchi. Terzo a oltre quindici secondi arriva Riu
che così conquista il terzo gradino del podio del campionato, estromettendo
un deluso Temporin.
Quinto, protagonista di una prova molto brillante, non va però oltre il
quarto posto e cede così in extremis la prima posizione che aveva detenuto
fin dall’inizio del campionato: 950 a 870 il punteggio finale a vantaggio di
Noberasco.
Fabrizio Fiorucci, non senza patemi d’animo, conquista il titolo della top
class del Trofeo Italiano Amatori, la 1000 Avanzata, dopo che lo scorso
anno, sempre al Mugello, aveva perso quello della Base per una manciata di
punti nei confronti di Edoardo Finotti.
Non è stata una corsa facile per il marchigiano che ha sudato le proverbiali
sette camicie, soprattutto nel finale di gara, quando un irresistibile Denis
Pilisi (Kawasaki) è riuscito a recuperare, a suon di giri veloci, il ritardo
accumulato nella prima fase della corsa a causa di un contatto alla prima
San Donato e a riportasi sulla coppia di testa, formata dal vincitore
Fabrizio Orlando (BMW) e dallo stesso Fiorucci.
Il neo-campione è stato bravissimo a mantenere la lucidità, nonostante la
stanchezza, anche quando al penultimo giro si è visto superare da Pilisi e
riproporsi i fantasmi del 2013.
Sin dallo spegnersi del semaforo la gara ha avuto come protagonisti i tre
piloti che si disputavano il campionato: Fiorucci, Orlando e Pilisi, gli
altri infatti erano già matematicamente fuori dal podio e così al via
Fiorucci, che partiva con il miglior crono di qualifica, prendeva subito la
testa della gara con gli altri due ad inseguire.
Alla chiusura del primo passaggio dopo i tre, si mettevano in evidenza il
bergamasco Roberto Corno (Ducati), il gentlemen-driver fiorentino Dante Del
Vecchio (BMW), che sulla pista di casa si è sempre distinto, almeno nella
prima parte delle gare, salvo poi cedere nel finale quando la fatica e l’età
si fanno sentire.
Al giro successivo Orlando va al comando, con Fiorucci subito dietro, gli
altri perdono terreno e fra questi anche Pilisi che rimane invischiato nel
gruppo degli inseguitori fino quattro giri alla fine, quando riesce a
scrollarsi di dosso il resto dei piloti e, con pista libera, in soli due
passaggi si porta sui battistrada. I tre danno vita a una gara entusiasmante
ed è soprattutto Pilisi (che se vuole scalare il podio deve assolutamente
vincere), a proporre numeri di alta scuola, mentre Fiorucci non può
permettersi di arrivare terzo onde evitare di dover dare l’addio al titolo.
Si arriva all’epilogo con Orlando in testa e Pilisi che supera Fiorucci, ma
alla staccata dell’ultima curva va leggermente largo quel tanto che permette
a Fiorucci di chiudere al secondo posto dietro Orlando, il quale subito dopo
il traguardo, preso dall’entusiasmo, in piena velocità, si alza sulla moto e
viene letteralmente disarcionato. Il pilota cade a bordo pista, mentre la
moto “scossa” prosegue la solitaria marcia in precario equilibrio per almeno
trecento metri prima di uscire alla San Donato.
Quindi alla fine gara a Orlando, titolo a Fiorucci (940 p.) che precede in
classifica finale lo stesso Orlando (860) e Pilisi (820). Meritano menzione
anche Marco Gioachin (BMW) e Mauro Illuminato (Suzuki) rispettivamente
quarto e quinto in gara.
2014-10-06
2014-10-06