Giulio Rubini alla Ronde Città del Palladi finale amaro

Il pilota di Este, portacolori di Monselice Corse, è sfortunato protagonista di un'edizione, della classica vicentina, corsa in condizioni meteo difficili da interpretare
Per questa sentita reunion Rubini aveva riconfermato la propria fiducia al team Julli, il quale gli aveva messo a disposizione una Peugeot 106 Kit Car, recentemente rilevata. Il mix tra la pioggia e la nebbia, che han reso il fondo particolarmente insidioso nei giorni antecedenti la gara, si è rivelato fatale per l'atestino che si è visto, suo malgrado, protagonista di un'uscita di strada che ha messo la parola fine alla propria gara.
“La Peugeot 106 Kit Car era bellissima” – racconta Rubini – “e sembrava fatta apposta per me. Me la sentivo cucita addosso, sin dalle prime marce. Onestamente mi sono trovato molto a mio agio, decisamente di più rispetto alla Clio gruppo A. Quanto accaduto è un errore che non ci aspettavamo assolutamente. Tutto immaginavamo ma non di concludere il nostro Palladio con un'uscita di queste. Dopo un avvio molto in guardia, con le orecchie dritte, avevamo iniziato a prenderci le misure. Siamo arrivati in quel tratto, che precedeva un bivio ed un lungo rettilineo, nel quale ci eravamo prefissati di cambiare poi ritmo. In staccata si sono leggermente bloccate le ruote e, nel tentativo di riprendere grip, siamo finiti con l'anteriore sinistra sull'erba bagnata. Abbiamo iniziato a scivolare, come fossimo sul ghiaccio, senza possibilità di correggere la traiettoria. Abbiamo impattato di muso contro
assolutamente. Tutto immaginavamo ma non di concludere il nostro Palladio con un'uscita di queste. Dopo un avvio molto in guardia, con le orecchie dritte, avevamo iniziato a prenderci le misure. Siamo arrivati in quel tratto, che precedeva un bivio ed un lungo rettilineo, nel quale ci eravamo prefissati di cambiare poi ritmo. In staccata si sono leggermente bloccate le ruote e, nel tentativo di riprendere grip, siamo finiti con l'anteriore sinistra sull'erba bagnata. Abbiamo iniziato a scivolare, come fossimo sul ghiaccio, senza possibilità di correggere la traiettoria. Abbiamo impattato di muso contro una balla di fieno e, di rimbalzo, contro una fontana di cemento. Tradotto? Gara gettata al vento dopo meno di tre chilometri. Inutile cercare di spiegare la nostra delusione perchè, credo, sia facilmente immaginabile. Sapevamo che le condizioni meteo erano difficili ma non stavamo per nulla esagerando. Se non toccavamo l'erba la vettura non avrebbe scartato verso l'esterno e, con molta probabilità, saremmo andati avanti.”
Rubini vuole digerire in fretta il boccone amaro, guardando già con ottimismo ad una prossima stagione nella quale punterà a salire nuovamente sulla piccola belva targata Julli.
“Siamo giù di morale” – sottolinea Rubini – “ma le gare sono fatte anche di delusioni. Credo fosse dal 2002 che non ci ritiravamo per incidente. Siamo già concentrati
sul programma per la stagione 2019 che, con nel nostro intento, sarà incentrato sul tornare ad Antibes, sulla gara di casa che sarà valida per il Campionato Italiano Slalom e sul riscatto con la 106 Kit Car.”
2018-11-13 - 8313